Storia delle Terme di Tabiano

  Le Terme di Tabiano erano conosciute fin dall’antichità, anche se a beneficiare delle sue proprietà furono per secoli quasi esclusivamente gli animali domestici, che venivano condotti fin lì per curare le malattie cutanee. Lo sfruttamento umano iniziò invece verso la fine del ‘700, dopo che furono riscontrati dei forti giovamenti da parte di un mendicante che presentava delle vistose forme di dermatite.

Pochi anni dopo, all’inizio dell’800, furono effettuati i primi studi scientifici sulle acque che si rivelarono come tra quelle a maggior concentrazione di solfati e gas solfurei d’Europa e del mondo, ciò che spinse gli studiosi a consigliare il loro uso non solo per le malattie cutanee ma anche ad altre patologie di ordine ginecologico o respiratorio. Sulla scia di tali studi, un certo Carlo Pasini di Fidenza (allora chiamata ancora Borgo San Donnino) fece costruire una capanna nei pressi della sorgente, attrezzandola con quattro grandi tinozze di legno. Fu così che vide le Terme di Tabiano la duchessa di Parma Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone e assidua frequentatrice dei bagni termali europei, nel 1837 quando si recò sul luogo su invito del parroco del paese, don Jacopo Calestani. La duchessa restò molto colpita da quella che fino ad allora veniva chiamata popolarmente “acqua puzza” e pochi mesi dopo la sua prima visita acquistò il terreno ove sorgeva la fonte Pergoli (allora chiamata fonte dei Violi) e la donò agli Ospizi Civili di Borgo San Donnino perché vi fosse realizzato uno stabilimento termale. Stabilimento che nacque su disegni dell’architetto Nicola Bettoli (autore, tra l’altro, del Teatro Regio di Parma): si trattava di un edificio composto da un corpo centrale e da due ali laterali simmetriche che conteneva 12 vasche da bagno. Da allora, le Terme di Tabiano hanno conosciuto uno sviluppo inarrestabile, anche grazie alla costruzione di un albergo (originariamente residenza della duchessa Maria Luigia) e di una strada carrozzabile che collegava Tabiano alla più accessibile Borgo San Donnino. Iniziarono anche le frequentazioni eccellenti, da Giuseppe Verdi a Giovanni Verga. Negli anni a cavallo tra l’800 e il ‘900, la proprietà delle terme cambiò più volte e ogni proprietario realizzò delle migliorie, sia dello stabilimento che delle infrastrutture. Nel 1934, infine, il Comune di Salsomaggiore Terme diventò proprietario delle Terme che conobbero una ulteriore trasformazione negli anni ’50 con la costruzione di un nuovo stabilimento e la perforazione del pozzo Arvè, dopo che la fonte Pergoli si era rivelata inadeguata ad una utenza che nel frattempo era cresciuta in modo esponenziale. Dal 2000, le Terme di Tabiano sono una S.p.A. di proprietà del Comune di Salsomaggiore Terme.