ACQUE SOLFUREE

  Sono denominate solfuree le acque che possiedono una quantità pari o superiore ad 1 mg di H2S (acido solfidrico) per litro.     Le acque solfuree possono contenere, oltre ai composti dello zolfo bivalente, anche altri elementi in quantità apprezzabile e tra questi i solfati, l’anidride carbonica, cloruri e sodio, ioduri e bromuri, bicarbonati, calcio, etc.   Le acque solfuree sono tra le più studiate e di conseguenza si ha una maggiore conoscenza delle azioni biologiche.  I composti solfurei vengono assorbiti dall’organismo sia con metodiche crenoterapiche interne (bibita, aerosol, irrigazioni, etc.) che esterne (fango, bagno, etc.).  In ogni caso la via elettiva di eliminazione dell’H2S è il polmone ed esiste inoltre uno spiccato organotropismo per le strutture articolari. Questo spiega l’indicazione in terapia delle patologie di questi distretti corporei. L’assorbimento attraverso la cute, le mucose delle vie respiratorie, vaginali e l’apparato gastroenterico è stato provato ed ampiamente documentato. Le acque solfuree andrebbero preferibilmente utilizzate sul posto con apparecchi direttamente alimentati dalla sorgente. I processi di imbottigliamento, stoccaggio, conservazione, apertura dei contenitori e immissione nelle apparecchiature per l’utilizzo comportano necessariamente una perdita di gas che sarà tanto minore quanto più saranno perfezionate le tecniche utilizzate.

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